In epoca di pandemia da Covid 19 del temutissimo Coronavirus le vending machine sembrano essere tornate alla ribalta. Non intaccate infatti dalle restrizioni imposte al commercio al dettaglio, hanno cominciato ad essere sempre più apprezzate da qualsiasi tipo di clientela. Si è dunque passati dai semplici distributori automatici di caffè, snack e barrette, allo shopping di lusso con prodotti deluxe che soddisfano i clienti più esigenti. Senza sottovalutare l’importanza delle tecnologie: dal click si passa infatti sempre più al touchless. Ecco come e in quali casi.
Vending machine di giochi da tavolo, di ostriche e di latte, tra Europa e Oriente
L’attenzione per le vending machine erogatrici di prodotti di lusso e di nicchia arriva dall’Oriente, in particolare da Singapore, città conosciuta come una delle più eleganti e di tendenza dal punto di vista del design e dei nuovi trend estetici, oltre che di decor. Non a caso è proprio il National Design Center di Singapore ad essersi fatto venire l’idea di vendere attraverso distributori automatici dei giochi da tavolo e di società progettati da grandi designers. Si tratta, nello specifico, di giochi per bambini, ideati e disegnati da importanti creativi del posto, con l’obiettivo di affiancare allo scopo ludico anche quello educativo. Gli argomenti? Sembrerebbero per adulti e invece no: trading online, investimenti digitali, il mondo della finanza. Più tradizionali i francesi, che hanno pensato bene di erogare attraverso distributori automatici il loro cibo più caratteristico insieme allo champagne, le ostriche, oppure degli accessori in pelle realizzati a mano. E cosa dire della scelta inedita di una fattoria sull’Isola di Wight, in Inghilterra, di vendere proprio attraverso delle vending machine il latte appena munto delle loro mucche o delle squisite torte in vasetto? Scelte senz’altro per portafogli consistenti, a dimostrazione che lusso e vending machine possono andare d’accordo.
L’esperimento giapponese di qualche anno fa per i prodotti di nicchia
L’idea di prodotti di nicchia da vendere attraverso vending machine in verità era già venuta in mente qualche anno fa ai giapponesi. Non solo per il cibo caldo e fatto in casa (messo in distributore automatico da un contadino della zona di Awashi, che vede ogni volta andare a ruba i suoi piatti di riso al curry!). Nel 2017, e quindi in un periodo ancora lontano dalla pandemia, un brand di abbigliamento aveva infatti posizionato negli aeroporti americani (nei principali scali Usa) delle vending machine di abiti e accessori! Dal cappellino ai guanti, dalla sciarpa al giubbotto, passando per le t-shirt, chiunque avrebbe potuto acquistare un qualsiasi capo per il proprio outfit.
La situazione in Italia: fenomeno in ascesa
Com’è invece la situazione nel nostro Paese? Lo abbiamo chiesto al patron di una delle aziende produttrici di distributori automatici d’Italia Giorgio Peroni della GPE VENDORS: “da noi le vending machine stanno registrando un successo crescente nella fruizione della clientela. Lo dimostra innanzitutto il fatto che durante tutto il 2020 questi strumenti sono stati resi disponibili per l’erogazione di dispositivi sanitari come mascherine, gel igienizzanti per le mani, guanti in lattice, segno che l’adattamento del mezzo al prodotto è fattibilissimo. Dati alla mano, comunque, si registra una crescita: +2,5% di vendite già nel 2018, in particolar modo con preferenza verso prodotti per l’igiene della persona (+19%) oppure piccoli oggetti di elettronica e telefonia (+13%) e articoli per l’infanzia (+10%)“. I sono confermati anche da Confida, Associazione Italiana per la Distribuzione Automatica che ha estratto questi dati in collaborazione di Accenture. A confermare questa tendenza è anche la rivista specializzata Global Market Insights, secondo cui le vending machine che presentano tecnologie touchless, con pagamenti via app arriveranno ad un mercato sui 30 miliardi di dollari entro i prossimi tre anni.