Si sa che ristrutturare una casa comporta una spesa importante e che ogni modo per risparmiare può fare la differenza. Un primo modo è sicuramente quello di scegliere l’impresa edile che garantisce il miglior rapporto fra qualità e prezzo: in tal senso portali come Edilnet.it sono di estrema utilità. Poi, è bene ricordare che la ristrutturazione di una seconda casa – se fatta rispettando determinate procedure e regole – può beneficiare di alcuni importanti sgravi fiscali, che possono consentire di recuperare buona parte dell’investimento. Scopriamo insieme questa possibilità!
A chi spetta richiedere agevolazioni ristrutturazione seconda casa?
La risposta è semplice. Possono usufruire di importanti detrazioni fiscali sia i proprietari dell’immobile da ristrutturare, sia coloro che detengono i diritti reali o personali di godimento ovvero: i nudi proprietari o i proprietari, i locatari o i comodatari, i soci di cooperative, gli imprenditori a patto che i lavori di ristrutturazione riguardino immobili non compresi fra i beni strumentali dell’azienda, ma anche le società semplici, quelle in nome collettivo e quelle in accomandata semplice.
Grazie al Bonus Casa 2018 e alla proroga fino al 31 dicembre dell’anno prossimo tutti questi soggetti potranno continuare a chiedere detrazioni fiscali per lavori di ristrutturazione, per lavori atti a ridurre i consumi di energia oltre che per l’acquisto di nuovi mobili sia per la prima che per la seconda casa. Chiunque abbia in mente di apportare migliorire può farlo.
Agevolazioni ristrutturazione seconda casa: la Legge di Bilancio 2018
Cosa cambia con l’introduzione del testo ufficiale della Legge di Bilancio 2018? Ebbene le prime novità importanti riguardano la proroga dell’Ecobonus 2018 mentre per il resto sono state confermate molte misure di contenimento della pressione fiscale già contenute nella precedente Legge di Stabilità.
Che cos’è l’Ecobonus? Come molti sanno quando si parla di Ecobonus si intende un’agevolazione fiscale che consistente nella possibilità di detrarre dall’Irpef ovvero l’Imposta sul reddito delle persone fisiche i costi sostenuti per interventi di riqualificazione energetica eseguiti in casa, ma anche in edifici condominiali. Tale agevolazione è stata introdotta con l’obiettivo di aumentare il livello di efficienza energetica degli immobili più vecchi diminuendo così gli sprechi e l’inquinamento. Non vi è alcuna distinzione fra prima e seconda casa. Dal 1 gennaio 2018, però, non tutti i lavori potranno usufruire della stessa riduzione. Gli interventi di riqualificazione energetica di singole unità immobiliari rispetteranno le regole già previste nella Legge di Stabilità 2017. Gli interventi relativi alla sostituzione degli infissi, all’acquisto di caldaie a condensazione, ma anche all’acquisto di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili ed infine di schermature solari, invece, dovranno attenersi alle nuove regole. Di queste spese si potrà pertanto detrarre solo il 50% e non più il 65%.
Vi sono inoltre diversi limiti di spesa a cui attenersi. Si può usufruire dell’Ecobonus se, ad esempio, il costo totale dei lavori da sostenere o sostenuti per la riqualificazione energetica di edifici esistenti non superano i centomila euro. Per gli interventi su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari riguardanti strutture come coperture e pavimenti, ma anche finestre comprensive di infissi, portoni di ingresso il limite di spesa è di sessanta mila euro. La stessa cifra è poi un limite di spesa anche per i lavori di installazione di pannelli solari o meccanismi per la produzione di acqua calda per usi domestici. Oltre a ciò vi è un limite di trenta mila euro di spesa per i lavori atti alla sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione oltre che per la messa a punto del sistema di distribuzione e la sostituzione di questi impianti con pompe di calore ad alta efficienza. Stessa cifra limite, infine, per i lavori di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore.
Agevolazioni ristrutturazione seconda casa: i lavori
Per quali delle spese da affrontare si può beneficiare delle agevolazioni per la ristrutturazione di una seconda casa? Oltre ai lavori elencati nell’Ecobonus possono usufruire di detrazioni fiscali le spese afrrontate per vari tipi di lavori: da quelli di manutenzione ordinaria a quelli di manutenzione straordinaria che non comportino cambiamenti nella destinazione d’uso dell’immobile. Una seconda casa non può diventare un ufficio o un esercizio commerciale.
Sono incluse pertanto le spese di restauro e risanamento conservatorio, le spese sostenute per la realizzazione di autorimesse o posti auto e le spese in grado di eliminare ogni barriera architettonica.
Oltre a ciò sono incluse le spese sostenute per aiutare a prevenire atti illeciti. Si possono ottenere agevolazioni, cioè, per l’installazione di cancelli, porte blindate e casseforti. Fra i lavori soggetti ad agevolazioni e detrazioni vi sono anche quelli che riguardano la bonifica dell’amianto e la messa in sicurezza degli edifici nelle varie zone sismiche.
Per essere più chiari e precisi si possno fare alcuni esempi. Godono di detrazioni i prorpiretari di seconde case che devono sostenere spese per installare un ascensore ed agevolare così l’accesso ai piani alti anche di disabili. Oltre a ciò si può richiedere una detrazione fiscale per rifare le rampe delle scale, realizzare altre finestre nell’edificio e migliorarne così l’aereazione o modificare la facciata del palazzo.
Agevolazioni ristrutturazione seconda casa: come richiedere le detrazioni fiscali
Come si usufruisce delle agevolazioni ristrutturazione seconda casa? Per richiedere la detrazione fiscale per le spese sostenute basta indicare o nel 730 o nel modello Unico: i dati catastali che identificano l’immobile, se i lavori sono stati realizzati dal detentore e gli estremi di registrazione dell’atto.
Vanno poi allegati diversi documenti che attestino effettivamente quanto dichiarato oltre che le fatture e i pagamenti effettuati mediante bonifico bancario compilato ad hoc.
Chi vuole usufruire delle agevolazioni deve prestare massima attenzione a come effettua il pagamento. Non si tratta, infatti, di un semplice bonifico bancario o postale. In esso dovranno essere indicate obbligatoriamente alcune informazioni come: la causale del versamento con riferimento alla norma ovvero all’articolo 16-bis del Dpr 917/1986, il codice fiscale della persona che sta richiedendo la detrazione, la partita Iva o il codice fiscale del soggetto che percepisce i pagamenti. Per i condomini basterà, invece, inserire all’interno della dichiarazione dei redditi i dati rilasciati dal proprio amministratore perché è quest’ultimo ad occuparsi dei vari pagamenti e delle varie incombenze.
Per usufruire delle agevolazioni ristrutturazione seconda casa serve produrre, però, anche altri documenti come: la ricevuta di pagamento dell’IMU oppure la delibera dell’assemblea, se si tratta di un condominio, sul consenso ai lavori, ma anche atti di concessioni o autorizzazioni previsti dalla legge per eseguire quel determinato intervento.